FRANCESCO DILLON – EMANUELE TORQUATI
CHIGIANA DIGITAL CONCERTS ON DEMAND
The great collection of the Accademia Chigiana made available for subscribers, supporters, teachers and students.
FRANCESCO DILLON - EMANUELE TORQUATI
BEETHOVEN – SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
n. 4 in do magg. op. 102 n. 1
MOORE – VELVET
DEBUSSY – SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE in re minore
BEETHOVEN – SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE n. 3 in la magg. op. 69
BEETHOVEN – SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
n. 4 in do magg. op. 102 n. 1
MOORE – VELVET
DEBUSSY – SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE in re minore
BEETHOVEN – SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE n. 3 in la magg. op. 69
FRANCESCO DILLON - EMANUELE TORQUATI
CONCERTO
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Bonn 1770 – Vienna 1827
SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
n. 4 in do magg. op. 102 n. 1
Andante
Allegro vivace
Adagio
Allegro vivace
KATE MOORE
Oxfordshire 1979
Velvet
CLAUDE DEBUSSY
Saint-Germain-en-Laye 1862 – Parigi 1918
SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE in re minore
Prologue. Lent
Sostenuto e molto risoluto
Sérénade. Modérément animé
Finale. Animé – Léger et nerveux
LUDWIG VAN BEETHOVEN
Bonn 1770 – Vienna 1827
SONATA PER VIOLONCELLO E PIANOFORTE
n. 3 in la magg. op. 69
Allegro ma non tanto
Scherzo. Allegro molto
Adagio cantabile – Allegro vivace
Interpreti
FRANCESCO DILLON violoncello
EMANUELE TORQUATI pianoforte
Micat in Vertice 2019-20
Registrazione dal vivo Palazzo Chigi Saracini, Siena, 17 gennaio 2020.
Condividi
Il programma presentato dal violoncellista Francesco Dillon insieme al pianista Emanuele Torquati nel contesto della stagione Micat In Vertice 2019-2020 si sviluppa a partire dalla cornice beethoveniana delle due sonate per violoncello e pianoforte n.1 op.102 e n.3 op.69. Nel gennaio 2020, infatti, ci si apprestava alla celebrazione dei 250 anni dalla nascita di Ludwig van Beethoven con il primo della nutrita serie di concerti legati all’importante ricorrenza. Racchiusi nella preziosa cornice in stile risaltano due figure dai tratti moderni e dalle tinte cangianti ad opera di Kate Moore e Claude Debussy, più vicine alla sensibilità e alla sensorialità dell’ascoltatore odierno.
La Quarta Sonata e la Quinta Sonata per violoncello e pianoforte, scritte nel 1815 e pubblicate insieme due anni dopo come unica opera 102, rappresentano l’addio di Beethoven al genere. Molto probabilmente furono concepite per il violoncellista Joseph Lincke, che prestava servizio presso la contessa Marie Erdödy, quasi coetanea e confidente del compositore, dedicataria dell’opera. Le ultime due sonate di Beethoven sono i primi frutti della ricerca che lo animava già da qualche tempo, che più che interessare la tecnica dello strumento, tendeva a indagare tecniche compositive del passato nell’intento di unire in un’unica soluzione la polifonia del barocco con la dialettica della forma–sonata classica. Articolata in due principali movimenti veloci introdotti da altrettanti movimenti lenti, Andante e Adagio, la sonata alterna intreccio polifonico e ritmi puntati, elaborazione melodica e brillante ironia.
Velvet [Velluto], brano della violoncellista, sound artist, visual artist e compositrice australiana-olandese Kate Moore del 2009, è ispirato alla rappresentazione del tessuto nei dipinti rinascimentali: movimento, vitalità e terrosità sono catturati e distillati nella cornice e nell’immobilità del dipinto. Le sfumature di luce e buio sono enfatizzate dalle linee e dalle pieghe in cui il sole cattura i suoi contorni. La compositrice, infatti, si lascia ispirare da figure e suoni organici presenti in natura e da oggetti sparsi nella biosfera, sia visivi che uditivi, in una sinestesia creativa di percezioni.
A poco più di un ventennio dalla sua opera da camera più famosa, il quartetto per archi Debussy scrisse un gruppo di composizioni per vari strumenti: Les Six Sonates pour divers instruments sont offerts en hommage a Emma. Son mari – Claude Debussy. In realtà ebbe il tempo di ultimarne solo tre, tra cui la Sonata per violoncello e pianoforte, composta di getto nell’estate del 1915. Il brano è avvolto da un’atmosfera notturna che supera i confini della Sérénade centrale, in cui il profilo melodico malinconico del violoncello è accompagnato al pianoforte in uno stile secco, chitarristico. Il Prologo, dal tono vivace, mette in primo piano lo strumento ad arco, che conduce la narrazione musicale esponendosi sul piano timbrico e virtuosistico. Il Finale inizia in modo animato, leggero e nervoso, lo stesso carattere che porterà agli accordi strappati dopo un episodio centrale lento e meditativo.
La stesura della terza sonata op.69 avviene in contemporanea alla composizione della Quinta Sinfonia in do minore e a differenza del carattere frammentario del tema della famosa sinfonia, la sonata si apre con un tema molto cantabile al violoncello solo, che prelude alla malinconia del suo sviluppo. Lo Scherzo, alternato al Trio, è animato da una melodia sincopata, che ogni due battute risulta in contrasto con l’accompagnamento. In questo movimento centrale Beethoven cerca di porre entrambi gli strumenti in una posizione di parità, senza che uno prevalga sull’altro, pur nella loro diversità di ruoli, qualità per cui tale sonata sarà presa a modello da Mendelssohn e Brahms. L’Adagio con cui si apre l’ultimo movimento è talmente esteso da aver instillato nei critici il dubbio che non si trattasse di un movimento autonomo, staccato dall’Allegro finale, concluso da una coda molto brillante.
Anna Passarini
Francesco Dillon ha al suo attivo una brillante carriera internazionale caratterizzata dall’originalità e varietà del repertorio esplorato. L’intensa attività solistica lo vede esibirsi su prestigiosi palcoscenici con orchestre guidate da direttori altrettanto celebri. Si diploma sotto la guida di Andrea Nannoni a Firenze, perfezionandosi con A. Bijlsma, M. Brunello, D. Geringas e M. Rostropovich. Studia inoltre composizione con Salvatore Sciarrino. Nel 1993 è tra i fondatori del Quartetto Prometeo, formazione cameristica di riconosciuta fama internazionale e vincitrice di numerosi premi, insignita del “Leone d’argento” alla carriera alla Biennale Musica di Venezia 2012.
Francesco Dillon è inoltre membro stabile dell’ensemble Alter Ego con il quale è ospite nei maggiori festival di musica contemporanea in tutto il mondo. La sua passione per la musica da camera e il profondo interesse per la contemporaneità gli permette di costruire solide collaborazioni con i maggiori compositori del nostro tempo e con musicisti sperimentali di culto come Matmos, Pansonic, William Basinsky, e John Zorn.
Tra le molte produzioni discografiche rientrano la registrazione in prima assoluta delle Variazioni di S. Sciarrino, esecuzione premiata con il Diapason d’or, e della Ballata di Giacinto Scelsi, ambedue con l’Orchestra Nazionale della RAI. In duo con il pianista Emanuele Torquati realizza tre cd di rarità schumanniane, l’integrale delle opere per violoncello di Franz Liszt e nel 2018 un cd monografico di opere di Johannes Brahms per Brilliant Classics. All’attività concertistica affianca esperienze didattiche in istituzioni in Europa e oltreoceano. Dal 2010 è direttore artistico del Festival di musica contemporanea “Music@villaromana” di Firenze e dal 2019 del Festival “Castelcello” a Brunnenburg (Alto Adige).
Emanuele Torquati, nato a Milano nel 1978, si diploma presso il Conservatorio “Luigi Cherubini” di Firenze sotto la guida di Giancarlo Cardini. Si specializza in musica da camera con Franco Rossi e con il Trio di Trieste. Parallelamente approfondisce il repertorio solistico con K. Bogino, lavorando inoltre con A. Lonquich, Y. Loriod-Messiaen, N. Hodges, I. Pace e M. Wendeberg. Vincitore di numerosi premi in Italia e all’estero, suona regolarmente in Europa, Canada e Stati Uniti. Già artista in residence presso The Banff Centre nel 2008 con il progetto “Voyage Messiaen” interamente dedicato al compositore nel centenario dalla nascita, vi è tornato nel 2010 con il progetto “Intimate Sketches – Visioni su Leós Janàcek”, con quattro nuove commissioni intorno alla musica del compositore cèco. Nel 2009, il debutto solistico negli Stati Uniti presso il Museo per l’Olocausto di Chicago è subito seguito da un nuovo invito da parte della Columbia University di New York. Nel 2010 il debutto solistico a San Francisco e l’uscita di un doppio CD con le trascrizioni della musica pianistica e vocale di Robert Schumann con il violoncellista Francesco Dillon. Sempre in questa formazione, nel 2011 sarà la volta dell’integrale lisztiana. La sua passione per la musica contemporanea lo porta ad eseguire in prima esecuzione svariate opere cameristiche e per pianoforte solo e a lavorare intensamente con compositori di primo piano in ambito soprattutto internazionale. In campo didattico è stato invitato a tenere Masterclasses e Seminari presso varie istituzioni italiane. È curatore della stagione concertistica music@villaromana per l’omonima istituzione tedesca.